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Guida al Registro Unico degli Affitti in Spagna

Il Registro Unico degli Affitti a breve termine è entrato in vigore il 2 gennaio e la sua applicazione sarà effettiva a partire dal 1° luglio, secondo il Real Decreto del 13/12/2024.

La nuova regolamentazione obbligherà i locatori a ottenere un numero di registro per l’immobile in affitto, fornire le informazioni richieste, rispondere alle richieste di informazioni, aggiornarle nel momento in cui si verifichi un cambiamento in alcune di esse e comunicare alle piattaforme online il numero di registro assegnato dal Registro della Proprietà o dal Registro dei Beni Mobili.

Le piattaforme, dal canto loro, saranno obbligate a far sì che, nelle loro applicazioni, i locatori identifichino i loro immobili mediante questo numero, garantendo che esso sia visibile negli annunci. Dovranno inoltre effettuare controlli casuali e periodici e informare la Ventanilla (Sportello) dei risultati di tali controlli quando questi siano negativi.

Cosa succede se non si registrano?

Senza registrazione non sarà possibile commercializzare gli immobili su piattaforme digitali come Booking, Airbnb o portali immobiliari. Come indicato nel Real Decreto, le piattaforme che pubblicizzano questi immobili dovranno garantire che i locatori li identifichino tramite il numero di registro e che questo numero sia visibile negli annunci. Ricorda che è necessario disporre di un Certificato Digitale per poter eseguire questa procedura.

Come richiederlo?

Per richiedere il Numero di Registro di Affitto, gli utenti devono accedere alla Sede Elettronica del CORPME e seguire questi passaggi:

  1. Compilare il modulo online corrispondente:
  • Richiesta di nuovo Numero di Registro di Affitto (link al modulo).
  • Se già lo possiedi, puoi fare una Richiesta di revoca del Numero di Registro di Affitto (link al modulo).
  1. Scaricare il PDF del modulo compilato.
  2. Presentare nuovamente la richiesta tramite il servizio di presentazione telematica, selezionando il tipo di operazione "ASSEGNAZIONE DEL CODICE DI COMMERCIALIZZAZIONE REGISTRATO PER GLI AFFITTI A BREVE TERMINE", allegando il PDF del modulo compilato insieme ad altri documenti complementari, come le licenze municipali, dichiarazioni responsabili della CCAA o altri documenti richiesti dal Real Decreto.

È necessario abbonarsi?

Sì, è necessario essere registrati come utenti abbonati al servizio di presentazione telematica del Collegio dei Registratori. È possibile registrarsi tramite il link fornito. Inoltre, è necessario disporre di un certificato elettronico per identificarsi e firmare l'invio della documentazione. Presto sarà possibile gestire la procedura anche senza un abbonamento, utilizzando un account sporadico. Saranno inoltre attivati procedimenti complementari di identificazione tramite il sistema Cl@ve e firme non criptografiche, come codici usa e getta o firme OTP. La richiesta potrà essere presentata anche direttamente su carta presso il Registro della Proprietà o presso il Registro dei Beni Mobili competente.


Quanto costa?

L’iscrizione registrale con l’emissione del Numero di Registro di Affitto sarà fatturata direttamente all'utente per ogni registro emesso, con un costo di 27 euro per la richiesta del codice, tasse e ritenute non inclusi.


Occorre rinnovare il certificato?

Sì. Il registro avrà una validità di 12 mesi, prorogabili. Per il rinnovo, sarà necessario fornire un elenco degli affitti per ogni categoria stipulati durante la validità del numero di registro e, per gli affitti stagionali, la causa che giustifica la stipula di tali contratti.

20 gennaio 2025
1. Imposte estere scorporabili Le imposte pagate all’estero su redditi prodotti all’estero possono essere "scorporate" o dedotte dalla base imponibile italiana. Ciò permette di evitare la doppia imposizione sui redditi che sono già stati tassati in un altro paese. 2. Tipologie di imposte estere scorporabili Le imposte che possono essere scorporate nella dichiarazione dei redditi italiana riguardano generalmente i seguenti tipi di tributi: Imposte sul reddito : Sono quelle imposte che il contribuente paga all’estero sul reddito percepito nel paese estero (ad esempio, l'IRPEF o l'imposta sul reddito delle persone giuridiche). Imposte sui redditi di capitale : Imposte sui dividendi, interessi o plusvalenze derivanti da investimenti in paesi esteri. Imposte sui redditi da lavoro : Se il contribuente lavora all'estero e paga delle imposte sul reddito da lavoro dipendente o autonomo. 3. Modalità di scorporo Lo scorporo delle imposte estere avviene attraverso il cosiddetto credito d’imposta . Questo credito d’imposta riduce l’imposta dovuta in Italia e ha i seguenti limiti: Metodo di calcolo : Il credito d’imposta viene calcolato in base a una formula che confronta l’imposta pagata all’estero e l’imposta che sarebbe stata dovuta in Italia sullo stesso reddito. Il credito non può essere superiore all’imposta italiana che sarebbe dovuta sul reddito estero. Imposta estera deducibile : La deduzione delle imposte estere è consentita solo nei limiti dell’imposta italiana che sarebbe stata applicata su quello stesso reddito estero. 4. Formulari e dichiarazioni Nella dichiarazione dei redditi italiana (modello 730 o Unico ), il credito d’imposta per le imposte estere deve essere indicato nelle sezioni specifiche: Modello 730 : La sezione relativa ai "redditi esteri" e "credito per le imposte estere". Modello Unico : La sezione "Imposte estere" e "Credito per imposte pagate all’estero". 5. Casi particolari Paesi con trattati internazionali : Se esiste un trattato contro la doppia imposizione tra Italia e il paese estero, le modalità di scorporo delle imposte estere potrebbero variare, con l'applicazione di specifiche regole per evitare la doppia tassazione. Imposte indirette (come l’IVA) : Le imposte indirette come l'IVA non possono essere scorporate dalla dichiarazione dei redditi, ma possono essere oggetto di rimborso o deduzione separata in casi specifici. 6. Esempio di calcolo del credito d’imposta Se un cittadino italiano ha guadagnato 10.000€ da lavoro dipendente in Francia, dove ha pagato un’imposta di 1.500€, il credito d’imposta sarà calcolato tenendo conto dell’imposta che sarebbe stata dovuta in Italia sullo stesso reddito, che supponiamo sia 2.000€. In questo caso, il credito d’imposta non potrà superare i 1.500€ (l’imposta pagata in Francia), e quindi l’imposta italiana verrà ridotta di 1.500€, rimanendo un saldo di 500€ da pagare in Italia. In sintesi: Le imposte estere scorporabili permettono di evitare la doppia imposizione. Crediti d’imposta possono essere applicati per ridurre l’imposta italiana, ma non possono superare l’imposta che sarebbe stata dovuta in Italia. La dichiarazione avviene tramite modello 730 o modello Unico , specificando l’importo delle imposte estere e il credito d’imposta. Per maggiori approfendimenti contattare lo studio
20 gennaio 2025
I ristorni nelle società cooperative sono una particolare modalità di distribuzione degli utili che viene applicata all'interno di queste imprese. In una cooperativa, infatti, l'obiettivo non è il profitto individuale, ma il beneficio collettivo dei soci. I ristori rappresentano una parte degli utili generati dalla cooperativa che viene restituita ai soci, sulla base dell'attività svolta e dell'impegno da loro profuso. Funzionamento dei ristorni Il meccanismo dei ristorni si basa principalmente su due principi: Partecipazione alla cooperativa: Ogni socio partecipa alle attività della cooperativa, sia come cliente, che come lavoratore, che come fornitore. Più un socio interagisce con la cooperativa, più alto può essere il ristoro che riceve. Ripartizione degli utili: Gli utili della cooperativa non sono distribuiti in modo uniforme, ma in proporzione all'attività svolta da ciascun socio. Ad esempio, in una cooperativa di consumatori, il ristoro può dipendere dall'importo degli acquisti effettuati da ciascun socio. In una cooperativa di lavoro, il ristoro può essere determinato dalla quantità di lavoro svolto. Caratteristiche dei ristorni Non sono dividendi: A differenza delle società capitalistiche, dove gli utili vengono distribuiti tra i soci in base al capitale investito, i ristorni sono una restituzione agli soci per il loro coinvolgimento nell'attività della cooperativa. Non sono garantiti: I ristorni non sono una forma di reddito sicuro per i soci, ma dipendono dal risultato economico della cooperativa. Se la cooperativa non ha utili, i ristori non vengono distribuiti. Valore simbolico e motivazionale: I ristorni rappresentano un ritorno sui benefici che i soci ricevono dalla cooperativa, rinforzando il legame di reciproco sostegno e l’idea di un’attività economica a scopo mutualistico. Esempi di applicazione Cooperative di consumo: Un socio che acquista più prodotti dalla cooperativa riceverà un ristoro maggiore, proporzionale all'importo speso. Cooperative di lavoro: In questo caso, i ristori possono essere distribuiti in base al numero di ore lavorate o alla produttività individuale. In conclusione, i ristorni sono uno strumento fondamentale nelle cooperative per premiare e incentivare la partecipazione attiva dei soci, e rappresentano una delle principali differenze tra le cooperative e le società tradizionali a scopo di lucro. Per poter procedere al ristorno è necessario dotarsi di un regolamento dei ristorni che è documento fondamentale che stabilisce le modalità con cui i ristori vengono calcolati, distribuiti e gestiti. Esso deve essere redatto in modo chiaro e preciso, tenendo conto delle specificità della cooperativa e delle esigenze dei soci. La redazione di un regolamento dei ristorni è un passo cruciale per garantire che la cooperativa funzioni in modo equo e trasparente, assicurando che tutti i soci siano correttamente remunerati per il loro impegno e coinvolgimento. La chiarezza nelle regole è fondamentale per evitare conflitti e per mantenere la fiducia reciproca tra i soci.
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